Il Nepal

16_bandieraIl Nepal è uno stato dell’Asia meridionale di 147.181 km² con più di 28 milioni di abitanti (stima del 2009), la lingua ufficiale è il nepalese.
Confina a nord con la Cina e a sud con l’India ed è uno stato senza sbocco al mare.La capitale Kathmandu è situata a circa 1.350 m d’altitudine, con una popolazione di 850.000 abitanti e circa 1.500.000 nell’intera area metropolitana comprendente diverse città e villaggi fra cui Lalitpur e Bhaktapur.

L’area si estende nella cosiddetta Valle di Kathmandu, corrispondente all’alto bacino del fiume Bagmati (il fiume sacro per gli hindu). La città di Pokhara invece, situata nella regione centrale ai piedi del massiccio dell’Annapurna, con i suoi 200.000 abitanti (circa 300.000 nell’area metropolitana) è il secondo agglomerato urbano nepalese e precede poche altre città che superano i 100.000 abitanti. Pur essendo uno stato di dimensioni medio-piccole, il Nepal presenta una notevole varietà di climi ed ambienti naturali, comprendendo territori che spaziano dalla pianura del Gange alla catena montuosa dell’Himalaya. Otto dei quattordici “ottomila” del pianeta sono compresi in territorio nepalese, numerose altre vette superano i 7000 metri. Il paese è localizzato in una zona caratterizzata da un clima subtropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre), e la stagione secca (il resto dell’anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell’Asia meridionale e sudorientale.
Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate ed inverno, ma vista la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un’altra. Generalmente il momento più caldo dell’anno risulta a cavallo tra i mesi di maggio e giugno, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l’autunno (all’incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate ed il clima è divenuto mite.

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In Nepal sono censite ufficialmente più di 100 gruppi etnici o castali: Chhetri, Bahun, Magar, Tharu, Tamang, Newa, Kami, Yadav.Tra questi secondo gli ultimi dati ufficiali relativi alla composizione percentuale della popolazione suddivisa per credo religioso (censimento ufficiale del 2001) i più numerosi sono gli Induisti (80%) a cui seguono i Buddhisti (11%), i Musulmani (4%) i Kiranti (3%) e i Cristiani (1%).
Il Nepal era fino a poco tempo fa l’unico Stato al mondo ad adottare l’Induismo come religione ufficiale, ma è divenuto uno Stato laico con risoluzione del Parlamento del 18 maggio 2006. Il sovrano medesimo è tuttora da molti considerato una manifestazione del dio Vishnu.

Un po’ di storia

La storia del Nepal si perde anticamente nel mito. I primi abitanti documentati della valle di Kathmandu sono stati i Lichhavi risalenti al VIII secolo a.C.
L’unificazione del paese è avvenuta nel 1768 ad opera di del capostipite dell’ultima dinastia regnante, quella dei Shah. Nel corso del XIX secolo il Nepal si è scontrato rovinosamente con la Cina e con l’India britannica, riuscendo però a conservare la propria autonomia.
Nel 1846 un colpo di stato ad opera del generale Jang Bahadur Rana ha confinato la dinastia Shah ai margini della politica per oltre un secolo. Tra il 1947 ed il 1951 il movimento democratico ha rovesciato la famiglia Rana con l’aiuto dell’India, e il re Tribhuvan ha fatto ritorno dall’esilio promettendo la democrazia. A questi è subentrato Mahendra, che nel 1962 ha vietato i partiti politici ed instaurato il sistema dei panchayat (“consigli dei cinque”). Il figlio Birendra ha proseguito la politica del padre ma nel 1990 si è visto costretto, dopo le proteste popolari a concedere le elezioni. È stato assassinato dal figlio Dipendra nel 2001 insieme ad altri membri della famiglia reale. Gyanendra, fratello minore di Birendra, era tra i pochi sopravvissuti ed è salito al trono pochi giorni dopo. Il 1º febbraio 2005 Gyanendra ha licenziato il governo ed esercitato direttamente il potere esecutivo, cui ha rinunciato il 21 aprile 2006 in seguito ad una nuova ondata di malcontento popolare che ha portato alla decisione di trattare con il movimento rivoluzionario di ispirazione maoista. Il 16 dicembre 2006 i maoisti e il governo nepalese hanno raggiunto un accordo per una costituzione provvisoria, che ha aperto la via del governo e del parlamento anche ai ribelli. La legislatura ad interim ha portato all’elezione di un’assemblea costituente a cui è stato assegnato il compito di determinare sia la forma di stato che della forma di governo che il Nepal dovrà adottare. Il 28 dicembre 2007 il parlamento nepalese ha approvato un emendamento costituzionale che ha sancito la transizione dalla monarchia alla repubblica, conclusasi il 28 maggio 2008 mediante la votazione quasi unanime dell’assemblea costituente.Le elezioni sono avvenute il 10 aprile 2008 sancendo, con 220 seggi su 601, la netta vittoria del partito maoista. Il 28 maggio 2008 è stata proclamata la repubblica.
Il Nepal per molti anni rimasto un paese segreto e sconosciuto agli occidentali, negli anni ’50 tentò di aprirsi all’occidente per cercare di recuperare un sistema economico molto arretrato. Visitato inizialmente da alpinisti desiderosi di scalare il tetto del mondo, negli anni ’70 è stato meta di pellegrinaggio e residenza di molti hippies.
Il Paese è ancora oggi visitato soprattutto per gli stupendi scenari montuosi, ma in realtà ha una storia ricchissima di cultura, antiche città disseminate di stupendi templi induisti, mirabili monasteri buddhisti, spettacolari paesaggi cui fanno da sfondo le montagne più alte della terra, campi terrazzati di riso fin oltre i 3000 m di altitudine, foreste d’alta quota, ghiacciai e foreste tropicali fanno del Nepal un paese affascinante, ma a dispetto dei suoi paesaggi la popolazione deve fare i conti con una povertà atavica.

Condizioni socio economiche

17_bimbaIn Nepal il reddito lordo pro capite annuo è di 1.100 €, ma in alcune zone del paese scende a 110 €. Come riferimento l’India ha un reddito pro capite annuo di 2.700 €, l’Italia di 22.000 €. Come dire che in Nepal il reddito di una famiglia è dalle 20 alle 200 volte inferiore a quello di una famiglia italiana.
La condizione sociale delle donne nepalesi è segnata dalla dipendenza e dallo sfruttamento. Si sposano giovanissime, non hanno la possibilità di studiare o di imparare un mestiere, hanno numerosi figli fin da subito. Accade spesso che siano poi abbandonate dai mariti, senza più alcuna possibilità di mantenere loro stesse e i loro bambini.
Fuori da Katmandu lo scenario è terribile. Montagne isolate dal resto del mondo ma sovrappopolate, una miseria dantesca. I bambini scheletrici, tra cui molti con il ventre gonfio per la mancanza di cibo, sono coperti di stracci. Qui non c’è elettricità, acqua corrente, strade e il medico più vicino il più delle volte si trova a due giornate di marcia a piedi.
In un paese in cui Il sistema sanitario pubblico è praticamente inesistente e in cui esistono solo alcune cliniche private a pagamento, un malato ha spesso due sole possibilità: guarire o morire. Da queste parti un semplice appezzamento di terra è sinonimo di ricchezza.
Ufficialmente abolito nel 1963, il sistema delle caste continua a esistere in questo regno indù. Le minoranze (il 35% della popolazione) e in particolare gli intoccabili (dalits, il 21% della popolazione) subiscono forti discriminazioni e umiliazioni, nelle campagne non possono recarsi al tempio, prendere l’acqua nei pozzi, vendere i loro prodotti, toccare il cibo altrui. A volte alcuni sono torturati per «stregoneria» da un intero villaggio.
In questo paese privo di risorse naturali, il 71% degli abitanti vive in una povertà assoluta e l’80% della popolazione sopravvive grazie all’agricoltura. Le disparità sociali sono abissali: il 46,5% dei redditi è nelle mani del 10% della popolazione. Migliaia di persone, bambini compresi, rompono sassi lungo i fiumi e rivendono la ghiaia ottenuta per mezzo dollaro al giorno. Il lavoro infantile è generalizzato: l’Ong nepalese Cwin ha contato 127.000 bambini sfruttati, spesso per 4 dollari al mese, e precisa che il 90% dei casi sfugge alle statistiche. A parte le esigenze di base, l’istruzione e le cure mediche sono a pagamento: lussi inaccessibili per la maggior parte della popolazione. Conseguenza: due nepalesi su tre sono analfabeti e ogni due ore una donna muore di parto.
Il bilancio dello stato è finanziato per oltre il 25% dalle rimesse degli emigrati e per il 50% dall’aiuto internazionale. La corruzione è endemica: una fonte autorevole ritiene che «solo il 5% degli aiuti arrivi a destinazione. Il resto è sottratto illegalmente.