Andrea, Marzia e Madhav
La nostra è una delle tante storie di coppie che arrivano ad adottare un bambino, ma allo stesso tempo è anche un’esperienza unica e diversa da tutte le altre. Una storia fatta di documenti, attese paure rabbia, ma anche tantissima speranza gioia tenerezza e amore.
Il nostro primo incontro con Madhav è stato bellissimo! Ricordiamo l’emozione, talmente grande che ci rendeva confusi, quasi “ubriachi “, ricordiamo anche i suoi occhioni, grandi e neri che ci guardavano impauriti, ma anche curiosi e pieni di speranza. Poi purtroppo abbiamo dovuto aspettare un anno intero per poterlo tornare a prendere e diventare finalmente una vera famiglia. Un anno terribile, non solo per l’attesa che sapevamo bene di dover vivere, ma perché in Nepal vi è stato un blocco delle procedure adottive, dovuto a un cambio governativo. La cosa peggiore è che per molti mesi non abbiamo saputo se avremo mai potuto riabbracciare il nostro Madhav. Poi finalmente è arrivata la telefonata più bella della nostra vita e siamo “Volati” in tutti i sensi a prendere il nostro angelo.
L’inizio non è stato facile, Madhav aveva quattro anni e, come ci ha detto appena imparato l’italiano, non capiva perché non andavamo a prenderlo e, avendo vissuto quell’anno come un secondo abbandono, ha reagito facendo qualsiasi tipo di capriccio e dispetto possibile. Quando finalmente ha visto l’aereo, ha iniziato a credere in noi e da quel momento in poi la nostra vita è cambiata sempre in meglio.
Madhav oggi è un bambino molto dolce e affettuoso, vivace e “chiacchierone”; è la gioia della nostra vita e gli vogliamo un bene infinito, ma c’è un’immagine stampata nella nostra mente: i tanti bambini che abbiamo visto nell’istituto in cui era Madhav. Bambini grandi che ci guardavano ben consapevoli di tutto e con un gran desiderio di poter trovare una famiglia, e bambini piccoli che ti abbracciavano sia per giocare, che per dare e ricevere affetto.
Questo è il motivo che ci ha spinto in questa grande avventura e speriamo, con l’aiuto di tutti quelli che ci vorranno sostenere, di poter aiutare il maggior numero di bambini possibile.
Marzia e Andrea
(marzo 2010)